
Il cuoio
Il cuoio è il materiale ricavato dalla pelle degli animali la quale, in seguito a un processo denominato “concia” viene resa imputrescibile.
Nella grande maggioranza dei casi il cuoio (nel linguaggio corrente detto anche pelle o pellame come in “giacca in pelle” o “pellame per abbigliamento“) è ottenuto dalla pelle di animali allevati e abbattuti a scopi alimentari e pertanto i cuoi di gran lunga più utilizzati sono cuoi bovini, ovini, caprini, suini, equini, di pesci e più raramente di canguro, cervo, struzzo.
Caratteristiche
Il cuoio ha caratteristiche di resistenza e soprattutto igieniche molto elevate che lo rendono particolarmente adatto alla produzione di molti manufatti di uso comune. È noto, ad esempio, che le calzature in cuoio favoriscono la traspirazione e quindi evitano lo sviluppo di funghi, muffe e altre patologie della pelle e del piede prodotte dal ristagno di umidità all’interno della calzatura. Analogamente per altri manufatti destinati all’abbigliamento umano. Si dice, infatti, che il cuoio “respira” in quanto si lascia attraversare dal vapor d’acqua emanato dal corpo umano.
La particolare struttura del cuoio, costituito da un intreccio tridimensionale di fibre di collagene, una proteina, fa sì che il cuoio abbia anche proprietà termoisolanti, particolarmente utili nella stagione invernale. Viceversa, ha una buona conduttività elettrica e quindi, ad esempio, l’uso di calzature in cuoio evita la sgradevole sensazione di “scossa elettrica” proprio perché viene garantito l’equilibrio elettrico dell’organismo.
Per questi motivi, oltre che per gli aspetti estetici e di piacevole sensazione tattile che i manufatti in cuoio danno, numerosi sono stati e sono ancora i tentativi di produrre materiali alternativi che imitano il cuoio. I materiali prodotti, se talvolta si presentano molto simili al cuoio dal punto di vista visivo, dall’altro non possiedono le altre caratteristiche funzionali e di comportamento che sono dovute alla struttura particolare e non imitabile del vero cuoio. A difesa del consumatore, quindi, si è reso necessario definire dal punto di vista legislativo quali materiali possono essere definiti “cuoio” o termini simili. Esempi di questa normativa sono la legge italiana n. 1112 del 1966 e la più recente direttiva europea 94/11/CE per l’etichettatura obbligatoria della calzature (recepita in Italia con il D.M. dell’11 aprile 1996).
Per valorizzare tali caratteristiche attraverso etichette di garanzia dell’autenticità e dell’origine italiana del cuoio, UNIC (Unione nazionale industria conciaria) ha creato e per lungo tempo mantenuto i marchi Vero Cuoio e Vera Pelle. Dopo una lunga battaglia legale internazionale, dal 2018 questi marchi non possono più essere utilizzati, in ragione del fatto che il tipico simbolo della “vacchetta” era di uso comune precedente (inizi novecento) alla registrazione del marchio (1977).
Cuoio o pelle?
Dal punto di vista tecnico, la pelle conciata prende il nome di cuoio indipendentemente dai prodotti chimici e dalle ricette utilizzate e dalla sua destinazione d’uso. Nei paesi di lingua inglese infatti si usa soltanto il termine leather, che identifica la pelle (hide o skin a seconda delle dimensioni dell’animale di provenienza) dopo aver subito il processo di concia. In Italia è invece diffuso l’uso di chiamare cuoio soltanto il prodotto per suola, o comunque i prodotti spessi e piuttosto rigidi, conciati al vegetale (“cinture in cuoio”, “poltrone in cuoio”, ecc.), mentre con il termine pelle si indicano tutti gli altri tipi di cuoio (“giacca in pelle”, “borsa in pelle”, ecc.).