
La paglia di Vienna
La paglia di Vienna si ottiene dalla trafilatura del giunco ed è reperibile sottoforma di filamenti che si trovano a metraggio o a rotolo. Nonostante questi filamenti siano piuttosto esili e flessibili, possiedono un’elevata resistenza alle sollecitazioni e all’usura, tanto da essere utilizzati per realizzare sedute e schienali di sedie di alto pregio.
La lavorazione, in canna d’India dal diametro molto sottile, fatta in modo tale che dia grande resistenza, fa parte della nostra cultura già dall’Antico Egitto. Il museo egizio di Torino, per esempio, conserva, tra i ritrovamenti nella tomba dell’architetto Kha e della moglie Merit, dei mobili con un intreccio simile. Intreccio che diviene famoso a partire dagli anni Trenta dell’Ottocento, quando l’ebanista austriaco Michael Thonet si inventa un innovativo modo di piegatura del legno di faggio, con vapore, dando vita a uno stile, curvilineo e leggero, che sarà imitato in tutta Europa.
Il tessuto si presenta in due colorazioni diverse: la prima detta “naturale” risulta all’ occhio un pochino più scura garantendo alla sedia un tocco classico, la seconda è chiamata in gergo “semi sbiancata” paglia di Vienna
bianca, viene inumidita con acidi particolari che rendono il tessuto una volta intrecciato con il classico stile trama e ordito più chiaro alla vista con un dolce colore paglierino e più morbido al tatto. La lavorazione del giunco risale fin dai tempi più antichi. Negli anni si è raggiunto un livello estremo di specializzazione e di abilità nell’utilizzo di questi materiali garantendo così una produzione artigianale raffinata, elegante e di qualità che continua ancora oggi tra unanimi consensi e grande richiesta del mercato in tutto il
mondo.